L’utilizzo dell’isometria nell’allenamento generico e nel karate

Molto spesso, nelle nostre schede di allenamento in palestra troviamo esercizi di isometria: ma che cosa sono? A cosa servono?

Innanzitutto si definisce contrazione isometrica quella contrazione muscolare in cui non vi è accorciamento/allungamento della sezione muscolare, utilizzata spesso in passato dai praticanti di yoga e, appunto, arti marziali.

Nell’allenamento generico possiamo trovare esercizi come il “plank” (e tutti i suoi derivati, mediante anche utilizzo di attrezzi: trx, ufo, fitball…) inserito, genericamente, a fine seduta per un miglior reclutamento di fibre muscolari nella sezione del “core addominale” e nei muscoli articolari coinvolti (es. tricipite brachiale, pettorale, gluteo, quadricipite, etc.)

Molto spesso troviamo l’isometria anche nelle serie svolte su macchinari come la leg extension, la lat machine…per permettere ai vari distretti muscolari di avere effetti benefici che intervengono direttamente sulla forza, durante l’allenamento.

Inoltre, questo tipo di contrazione viene utilizzata non solo per il miglioramento della forza e della resistenza (intese come capacità condizionali), ma anche a scopo “riabilitativo” per la ripresa dell’attività fisica.

Nel karate, specialmente nella specialità del “Kata” (che in giapponese signifca “forma”) è una componente fondamentale per la corretta ed efficace esecuzione della singola tecnica (gesto esplosivo, che deve essere “bloccato nel minor tempo possibile, eseguito però alla massima velocità”). Non solo la singola tecnica deve avere questi requisiti, ma anche ogni singola transizione (spostamento da una posizione all’altra, ricordiamo che il kata non è nient’altro che l’esecuzione di tecniche di attacco/difesa nello spazio e nel tempo, un combattimento immaginario in cui l’atleta produce un’alternanza di sequenze veloci e lente); va da sé che la contrazione isometrica, specialmente del core addominale, è fondamentale per avere una prestazione ottimale nel kata; gli errori più comuni dovuti ad un core scarso possono essere perdite di equilibrio, transizioni lente, tecniche non efficaci e quant’altro per non fere in modo che l’atleta vinca in gara!

Lorenzo Rogoli

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